TERRITORIO
LA CITTÁ
Porto San Giorgio è una cittadina situata sulla fascia costiera marchigiana, la cui economia si basa sul turismo balneare, sull’indotto legato alle attività turistiche, sulle attività marittime e su una vivace attività commerciale e di servizi. L’attività peschereccia, praticata in passato con la lancetta e con il baragozzo (di origine veneta a due alberi), è stata incrementata dall’uso della paranza, agile imbarcazione con un albero a vela latina, diffusa lungo la costa adriatica.
Il nome della città è dedicato a San Giorgio: la leggenda vuole che il Santo sia apparso ad alcuni marinai del luogo che, nel bel mezzo di una tempesta, riuscirono a salvarsi grazie al suo intervento.
Porto San Giorgio confina su tre lati con Fermo e ad est con il Mare Adriatico. La città si sviluppa principalmente in due parti: rione Castello e la Rocca in collina, i quartieri moderni e la Marina, con piazze, giardini e villini, oltre la strada statale. Nel 1985 venne inaugurata la “Marina di Porto San Giorgio” e il porto turistico – peschereccio con 774 ormeggi. Da un punto di vista economico, dal dopoguerra in poi, la città vide il boom dei settori alimentare, edilizio e lo sviluppo della piccola industria, con la conseguente espansione urbana.
IL MARE
La fascia costiera si sviluppa per circa 6 chilometri, con spiagge di sabbia fine che degradano lentamente verso il mare, ricco di fauna ittica. Il porto turistico – peschereccio è d’eccellenza, tra i più grandi dell’Adriatico, nonché uno dei più moderni ed attrezzati d’Europa. Vanta in 140.000 mq di specchio acqueo, più di mille posti per imbarcazioni fino a 30 metri ed una vasta area portuale destinata alla pesca.
I fondali marini sono poco profondi e le barriere frangiflutti mitigano l’azione erosiva delle mareggiate invernali. La vocazione balneare di Porto San Giorgio è nota sin dagli inizi del XIX secolo: nel 1870 venne organizzata la prima Festa dei bagni e nel 1872 venne aperto il primo stabilimento balneare. Nominata nel 1927, con Regio Decreto, sede ufficiale di stazione balneare, ha incrementato negli anni l’apparato ricettivo e sportivo-ricreativo. Ne sono prova le numerose Bandiere blu vinte nel corso degli anni, oltre la Bandiera verde, riconoscimento per le spiagge adatte alla balneazione dei bambini e le “Vele” della Giuda blu di Legambiente e Touring Club Italiano.
STORIA E CULTURA
CENNI STORICI – DALL’ANTICHITÀ …
Sin dall’antichità e per tutto il Medioevo, Porto San Giorgio era nota come Navale Firmanum o Castrum Firmanorum (secondo le testimonianze di Plinio, Strabone e Velleio Patercolo). Si ritiene che il porto di Fermo si trovasse alla foce dell’Ete, dove sono stati rinvenuti resti di anfore olearie e granarie.
Il Portus Sancti Georgi, già noto come Castel San Giorgio, deve la sua forma alla fortificazione della valle del Fosso Rivo, voluta a partire dall’XI secolo dall‘Episcopato fermano per proteggere la costa dalle incursioni di pirati e saraceni.
In oltre due secoli il Portus Firmi passa, per volere di papi ed imperatori, sotto la giurisdizione, proprietà e uso portuale del podestà di Fermo, anche perché ubicata in posizione strategica nell’ambito dei traffici marittimi tra Venezia e le città del Centro Italia. Motivo per cui le storie sulla colonizzazione veneziana, anzi Chioggiana, poggiano su tesi più che fondate, sia per toponimi che per usi marinari tradizionali.
È con il Podestà fermano Lorenzo Tiepolo, 1266 – 1267, poi futuro Doge di Venezia, che Porto San Giorgio conobbe la sua prima vera strutturazione: a lui infatti si deve la costruzione della Rocca Tiepolo e della cinta muraria che si erge su un promontorio.
… AD OGGI
A partire dal XVII secolo cominciarono i primi interventi di bonifica della spiaggia: da allora, sopra i cosiddetti “relitti di mare” si svilupperà la pianta urbana cittadina. Dal XVIII secolo il porto lotterà per ottenere l’indipendenza cittadina da Fermo. Sotto l’invasione dell’esercito napoleonico, ottenne una prima autonomia con la vittoria dei francesi, nella storica battaglia di Santa Maria a Mare nel 1798. Restaurato il governo pontificio, Papa Pio VIII fece scontare ai sangiorgesi il loro schieramento filofrancese, e tutto tornò sotto il dominio fermano. Il toponimo, che sarebbe stato scelto da papa Pio IX in occasione di una visita nel 1857, deriva dal nome della chiesa dedicata al santo patrono. Grazie agli sforzi di due deputati sangiorgesi e dopo ripetute proposte parlamentari, nel 1875 il Senato approva la legge che prevede il distacco della parrocchia di San Giorgio dalla città di Fermo, per aggregarla a quella del porto. Nei primi decenni del XX secolo Porto San Giorgio conobbe la massima espansione balneare, con le costruzioni architettoniche maggiori (le ville Liberty, la copertura del Fosso Rivo, il Collegio Colonia dell’OPFS, il lungomare) e dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale vide le prime elezioni democratiche.
MONUMENTI E CHIESE
TEATRO COMUNALE: Gioiello architettonico del XIX secolo, la costruzione venne ultimata nel 1817 su progetto dell’architetto Giuseppe Locatelli. Successivamente il teatro subì varie modifiche strutturali sino a raggiungere l’attuale forma nel 1860. Nel 1910, il pittore sangiorgese Sigismondo Nardi affrescò la volta con una grande allegoria delle arti e del destino umano. Nel 1950 il teatro divenne di proprietà statale, cambiando il nome da Vittorio Emanuele in Teatro Comunale.
L’edificio presenta una facciata in laterizio, sulla quale è apposta la lastra di travertino, con la scritta Castigat Ridendo Mores – ridendo si castigano i costumi – delimitato da due maschere raffiguranti la tragedia e la commedia.
ROCCA TIEPOLO: Fatta erigere nel 1267 dal veneziano Lorenzo Tiepolo, si erge su un piccolo promontorio a difesa dell’antico porto della città dalle incursioni saracene e piratesche. Sopra la porta a sud vi è una lapide, raffigurante due fortezze e tre torri, su cui campeggia uno stemma con una croce a quattro braccia e le chiavi incrociate, simbolo pontificio.
Chiesa di San Giorgio: Chiesa parrocchiale dedicata a San Giorgio, patrono della città. Fu eretta tra il 1831 e il 1851 su progetto dell’architetto Giunchini. Si presenta in stile neoclassico, a tre navate divise da colonne binate in stile ionico. All’interno sono conservati una monumentale statua del Santo protettore a cavallo, opera di Giovanni Paci (1840), una tela con i Santi dell’Ordine Francescano del pittore bolognese Gaetano Gandolfi e una copia del celebre Polittico di Carlo Crivelli.
Chiesa delle Anime Sante: Eretta nel 1695 da Giovanni Trevisani, discendente dall’omonima famiglia nobile sangiorgese di origini venete. La Crocifissione con Vergine Addolorata e Santi Maddalena, Giovanni Apostolo e Girolamo realizzato da Vincenzo Pagani (1490 – 1568) è forse il dipinto di maggior pregio presente nella città di Porto San Giorgio.
Chiesa della Madonna del Rosario: La Chiesa fu costruita nel 1728, come recita una piccola lapide murata sulla parete esterna. Il soffitto è stato affrescato, alla fine del 1800, da Sigismondo Nardi.
Chiesa del crocefisso: Chiesa ormai sconsacrata, famosa per aver ospitato in passato il Polittico di Porto San Giorgio di Carlo Crivelli. E’ stata restaurata nel 2018 per allestire il monumentale presepe dell’artista Renata Ficiarà.
Torre dell’Orologio: Costruita nel XIX secolo nella piazza principale in sostituzione di un’altra torre precedentemente demolita.
Paese vecchio: Attualmente chiamato corso Castel San Giorgio, faceva parte della struttura originaria del paese e del porto, in quanto il Mare Adriatico sopraggiungeva fin qui. Il porto era delimitato, alle estremità, da tre archi a sesto acuto, dove approdavano le imbarcazioni. A partire da qui è possibile percorrere a piedi, in una suggestiva passeggiata, tutto l’itinerario delle mura castellane fino a giungere alla Torre Merlata o Turrimagna.
Il porto turistico peschereccio: Costruito nel 1984, è il più grande porto turistico dell’Adriatico con una superficie di 140.000 mq di specchio acqueo, in grado di ospitare circa mille barche ed una vasta area portuale destinata alla pesca. Il primo pontile d’attracco fu realizzato nel 1954.
Villa Bonaparte (Bonaparte – Pelagallo): Commissionata dal fratello di Napoleone, Girolamo Bonaparte, fu realizzata in stile neoclassico secondo il progetto di Ireneo Aleandri. Per divergenze politiche con il Re di Napoli, venne confiscata nel 1831 e venduta alla nobile Famiglia Pelagallo, della quale porta il nome, dopo essere stata adibita a Camera Apostolica.
STAGIONE LIBERTY
Grazie allo sviluppo edilizio, avvenuto lungo la costa tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Porto San Giorgio può vantare un numero considerevole di eleganti edifici in stile Liberty. Con l’inaugurazione della linea ferroviaria nel 1864, il fenomeno di trasferimento delle residenze di villeggiatura dalla limitrofa zona collinare alla pianura costiera subì un’impennata. Tutto ciò contribuì allo sviluppo del turismo balneare.
Percorrendo le vie della città si possono ammirare diverse costruzioni in Art Nouveau, come ad esempio la preziosissima Villa delle Rose costruita nel 1921, per volontà di Alfredo Salvadori, donata alle suore Canossiane nel 1947. Il dott. Francesco Montanari fece edificare la Villa Montanari – Rosati, destinata inizialmente a casa di cura; il conte Passerini fece erigere Villa Santa Maria al Poggio (1860 – 1870), mentre Villa Clarice, dal nome della sua fondatrice, risale al 1883. Il periodo Liberty vide, oltre lo storico Villino Tomassini, ormai perduto, anche lo stabilimento dei Canottieri, dai cui eredi nascerà la Lega Navale nel 1939. Nel 1914 venne costruito l’imponente Bagni Grand-Hotel San Giorgio, che ospitò anche Gabriele D’Annunzio in viaggio di nozze.
GASTRONOMIA
IL BRODETTO SANGIORGESE
Risale al Medioevo il termine veneto broeto, ovvero un intingolo inizialmente a base di un solo tipo di pesce: il più usato era il ghiozzo, o paganello, che nell’Italia centrale dell’epoca non aveva mercato. Per questo i pescatori cominciarono a chiamarlo “il brodetto dei poveri”. Col tempo si aggiunsero anche le triglie, la saranghina e al pane che si intingeva nel sugo, nel ‘700 si aggiunse la polenta. Il brodetto attuale a Porto San Giorgio viene preparato secondo le personali ricette. Nella ricetta De.Co. si devono utilizzare solo pesci dell’Adriatico centrale (si possono scegliere almeno 13 diverse specie) e tutti gli ingredienti devono essere locali. Il brodetto certificato ha debuttato il 18 giugno 2013 a Villa Bonaparte: in quell’occasione è diventata ricetta De.Co., pietanza testimone delle risorse etno – gastronomiche e tradizionali della comunità sangiorgese.
AMANDOVOLO
L’Amandovolo è diventato il dolce simbolo di Porto San Giorgio. Fragrante e croccante, di forma rettangolare, a base di uova e mandorle e ricoperto di cioccolata fondente con granella di nocciola. Tipico del periodo natalizio, è richiesto dai turisti durante tutto l’anno poiché costituisce un prodotto tipico e identificativo di questa zona. Erano i primi anni ‘40 quando il torinese Luigi Gaviorno, trasferitosi a Porto San Giorgio, apriva la Pasticceria Torinese rendendo l’amandovolo – o anche amandovulo – il dolce della tradizione sangiorgese.