IL BRODETTO SANGIORGESE
Risale al Medioevo il termine veneto broeto, ovvero un intingolo inizialmente a base di un solo tipo di pesce: il più usato era il ghiozzo, o paganello, che nell’Italia centrale dell’epoca non aveva mercato. Per questo i pescatori cominciarono a chiamarlo “il brodetto dei poveri”. Col tempo si aggiunsero anche le triglie, la saranghina e al pane che si intingeva nel sugo, nel ‘700 si aggiunse la polenta. Il brodetto attuale a Porto San Giorgio viene preparato secondo le personali ricette.
Nella ricetta De.Co. si devono utilizzare solo pesci dell’Adriatico centrale (si possono scegliere almeno 13 diverse specie) e tutti gli ingredienti devono essere locali. Il brodetto certificato ha debuttato il 18 giugno 2013 a Villa Bonaparte: in quell’occasione è diventata ricetta De.Co., pietanza testimone delle risorse etno – gastronomiche e tradizionali della comunità sangiorgese.
AMANDOVOLO
L’Amandovolo è diventato il dolce simbolo di Porto San Giorgio. Fragrante e croccante, di forma rettangolare, a base di uova e mandorle e ricoperto di cioccolata fondente con granella di nocciola. Tipico del periodo natalizio, è richiesto dai turisti durante tutto l’anno poiché costituisce un prodotto tipico e identificativo di questa zona. Erano i primi anni ‘40 quando il torinese Luigi Gaviorno, trasferitosi a Porto San Giorgio, apriva la Pasticceria Torinese rendendo l’amandovolo – o anche amandovulo – il dolce della tradizione sangiorgese.